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Data Pubblicazione: lunedì 23 maggio 2016
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Alunni stranieri in aumento: al primo posto i rumeni

È stato registrato un forte aumento di alunni stranieri che frequentano le scuole italiane, con 814.187 nell’anno scolastico 2014-2015, rispetto a più di dieci anni prima, in quello tra il 2001 e il 2002 in cui gli iscritti di origine straniera erano stati 196.414.

I rumeni rimangono al primo posto in tutti i gradi scolastici, mentre la regione che si attesta come quella in cui sono maggiormente presenti alunni provenienti da altre parti del mondo è la Lombardia.

Gli alunni stranieri sono aumentati del 20% nello scorso anno scolastico, rispetto a quello risalente a cinque anni fa. Una percentuale importante che vede, invece, la diminuzione del 2,7% di italiani. Insomma, è l’ennesima conferma che il nostro Paese sta diventando sempre più multietnico, perché gli immigrati non si concentrano in un solo stato, ma provengono da tutti i Paesi del mondo, ad eccezione del continente dell’Oceania.

La maggioranza degli studenti non possiede la cittadinanza italiana e, da quanto è stato registrato, i rumeni sarebbero i più presenti in tutti i tipi di gradi. Al secondo posto ci sono, invece, gli albanesi, seguiti da marocchini, cinesi e filippini.

Ma, mettendo a confronto le scuole d’infanzia con quelle primarie e secondarie, è possibile trovare una varietà di nazioni ancora più ampia, con alunni provenienti dall’Est Europa, dall’Asia, dall’Africa e dall’America Latina: dal Bangladesh all’Egitto, dal Pakistan all’India, senza dimenticare anche ucraini, moldavi, peruviani ed ecuadoriani, il nostro paese sta diventando veramente multietnico.

Questa differenza culturale mette a dura prova le scuole, che devono cercare di far integrare gli alunni stranieri nel resto della classe. A doversi occupare di questa impresa sono soprattutto Lombardia, Lazio e Piemonte, che si guadagnano, rispettivamente, i primi tre posti come regioni italiane con più studenti stranieri.

Il segreto per riuscire in questa convivenza è cercare di aprirsi agli altri e alle altre culture, senza però mai dimenticare chi siamo e quali sono le nostre radici.

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